In attesa di capire se i campionati potranno ripartire o meno, il mondo del calcio continua ad esprimere notevoli – e ragionevoli – preoccupazioni sulla portata della crisi economica che il calcio si troverà ad affrontare. Non è un caso che nel nostro paese si stia cominciando a ipotizzare una riforma dell’intero sistema. Le società che tra i professionisti e i dilettanti rischiano di risentirne in modo molto pesante sono stimate in un numero molto ampio.
Tuttavia, non è solo il calcio italiano a doversi fronteggiare con queste problematiche. E’ di qualche giorno fa la notizia del Wettingen, squadra della Seconda Lega Interregionale svizzera appartenente al Canton Argovia (distretto di Baden). Il club – con un passato importante anche a livello europeo – ha deciso di autoretrocedere date le precarie condizioni economiche esasperate dall’attuale situazione.
L’autoretrocessione del Wettingen: il senso della scelta
La scelta di autoretrocedere adottata dal Wettingen, che prima dello stop occupava la seconda posizione in classifica, è stata sicuramente coraggiosa. Il senso è abbastanza chiaro ed è orientato all’impossibilità di sostenere i costi dell’attuale situazione per un periodo di tempo medio-lungo. Scendere di categoria potrà aiutare a risanare i conti e ripartire – quando sarà possibile – con un rischio di insolvenza e fallimento ridotto.
L’autoretrocessione del Wettingen appare coraggiosa e di forte volontà anche se si considera che in Svizzera la stagione non è stata ancora definitivamente interrotta. Una decisione definitiva verrà presa presumibilmente il 27 maggio, ma intanto già dall’11 si potranno ricominciare gli allenamenti a gruppi di cinque persone.
Scenario possibile anche in Italia?
A prescindere dalla rilevanza della scelta del club svizzero, comunque, il fatto potrebbe risultare simbolico per diverse società che si trovano nella stessa situazione. I dati, soprattutto in Italia, sono abbastanza preoccupanti. Una stima de Il Sole 24 Ore parla di 50mila club a rischio all’interno dell’intero sistema sportivo tricolore. Per quanto riguarda il mondo del calcio, invece, la stima – annunciata dal presidente della Lega Nazionale Dilettanti Cosimo Sibilia – si aggira attorno alle 3mila società.
Un’autoretrocessione come quella del Wettingen potrebbe risultare ragionevole anche per diversi club dilettantistici italiani, qualora ovviamente ne venga data la possibilità. Negli ultimi giorni è stata rilanciata da Sportitalia la notizia di una proposta di riforma radicale del sistema calcio, con una riduzione delle società professionistiche da 100 a 60. La logica sarebbe proprio quella di salvaguardare, con agevolazioni fiscali, i club maggiormente a rischio.
Ipotesi slittamento campionati 2020-2021 a metà settembre con cambio radicale format.
Club pro potrebbero passare da 100 a 60 con agevolazioni fiscali.
La A resterebbe a 20, in B due gironi a 20 con mutualità anche della C. La Serie D 3 gironi a 20@MCriscitiello @tvdellosport— Luca Cilli (@Luca_Cilli) May 4, 2020
Fattibile o meno, è chiaro che qualche misura è attesa. Soprattutto laddove il sistema delle sponsorizzazioni rimane la principale fonte d’introito, un supporto è inevitabile per la ripresa di un calcio simile – anche solo in parte – a quello pre lock-down. Altrimenti, per riportare il sistema in salute e scongiurare le previsioni semi-catastrofiche, scelte responsabili come quelle del Wettingen saranno senz’altro che benvenute.