L’Atalanta è ormai una realtà del calcio italiano, ma ancora si hanno dei dubbi su di lei.. il motivo? Ce ne potrebbero essere molti, ma noi proveremo a spiegarvelo in 5 punti, anche se prima però serve dare una premessa per spiegare il motivo di questo dubbio e domanda che si pongono in molti sul suo status di grande squadra.

Come sta andando realmente la stagione dell’Atalanta
La Dea in campionato si trova al quarto posto a pari merito con la Lazio ed il Cagliari, a -1 dalla Roma che si trova in terza posizione. I ragazzi terribili di Gasperini sono partiti fortissimo, rimanendo molto vicini a Juventus e Inter nelle zone alte della classifica salvo poi subire uno stop alla 8^ giornata con la Lazio (facendosi rimontare da un vantaggio di 0-3 al 3-3 finale) facendo scricchiolare le prime certezze della squadra. Dopo c’è stato il roboante 7-1 all’Udinese, seguito dal pareggio esterno a Napoli ottenuto con le unghie e con i denti ed, infine, il tonfo interno per 0-2 contro il Cagliari dando vita in sintesi a 5 punti soltanto ottenuti nelle ultime 4 partite.
In Champions il cammino è ben differente, dove i bergamaschi si trovano all’ultimo posto in classifica in un girone piuttosto abbordabile, con 3 reti fatte e 12 subite in 4 gare. Un rendimento sicuramente al di sotto le aspettative dei tifosi, visto che a parte il Manchester City le avversarie erano Dinamo Zagabria e Shaktar Donetsk, assolutamente alla portata della Dea che ora deve sperare in un mezzo miracolo per raggiungere gli ottavi o, anche, l’Europa League.
I 5 motivi per cui l’Atalanta non è ancora grande
Fatte le dovute premesse analizzando la stagione fin qui, andiamo più nel dettaglio spiegando in 5 punti i motivi per cui forse l’Atalanta fatica in questo periodo della stagione e perchè non riesce ancora a consacrarsi ufficialmente come big.
- Un sistema di gioco ben collaudato, ma squadra poco camaleontica: questo è un problema che forse si può anche traslare sull’Inter di Antonio Conte. Nessuno discute il valore o la qualità del gioco espresso dai nerazzurri, il problema si pone quando però gli avversari riescono ad adottare delle contromisure e i bergamaschi faticano a trovare una strada alternativa al loro solito dogma, non riuscendo quindi a sorprendere le difese avversarie e rendendosi vulnerabile più del dovuto a eventuali ripartenze o pressing asfissianti una volta che vengono tappate le principali fonti di gioco.
- La mancanza di un vero top player in difesa: la retroguardia dei nerazzurri è composta da giocatori sicuramente validi, ma nessuno ha quello status e quell’esperienza internazionale per essere definito top player ora, o quantomeno, negli anni passati in grado di innalzare il livello qualitativo. La società aveva provato a colmare questa lacuna con Skrtel, il quale però non si è dimostrato adatto e se ne è andato, con gli uomini di mercato che hanno virato su Kjaer nonostante il danese non sia mai stato un vero e proprio leader difensivo, un grande giocatore nemmeno nel fiore degli anni.
- Un regista di qualità: ecco un’altra mancanza nella rosa dei bergamaschi, dotati di un centrocampo esuberante fisicamente e dal punto di vista realizzativo ma che manca di un registo vero e proprio… di uno coi piedi buoni come si usa dire al giorno d’oggi. De Roon, Pasalic, Freuler, Malinovsky sono tutti ottimi giocatori, ma nessuno è in grado di dirigere l’orchestra in maniera efficace e, soprattutto, mancano leadirship e inventiva.
- Non puntare totalmente su Muriel: il colombiano è un giocatore al quale non si può rinunciare e lo ha dimostrato adesso sostituendo alla grandissima Duvan Zapata. Il vero problema è quando rientrerà l’ex Napoli: Muriel verrà accantonato per dar fiducia al classico tridente Ilicic-Gomez e Zapata? Non sarebbe forse il caso di rinunciare all’estro di uno dei due sopracitati, cambiandogli magari posizione, per favorire la presenza stabile di Muriel?
- Mentalità non vincente: parlando chiaramente e senza peli sulla lingua, l’Atalanta non è un club abituato a competere per vincere e quindi accusa in determinati momenti questo peso. Basti pensare alla Champions League di quest’anno, o alla finale di Coppa Italia della scorsa stagione, dove i bergamaschi erano irriconoscibili ed hanno perso la grande occasione di conquistare un trofeo che avrebbe dato ancor più lustro alla loro stagione. Per far ciò forse è necessario cambiare allenatore o qualche membro della dirigenza, tentando una campagna acquisti più dispendiosa per provare a passare allo step successivo ed iniziare veramente a far ciò che fanno i grandi club: conquistare trofei e competere per essi.